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Archeoquiz del 26 marzo: le tavolette cerate

Tavoletta cerata conservata presso l'Antiquarium Arborense

30 marzo 2020

Complimenti ai vincitori dell'Archeoquiz che ogni settimana l'Antiquarium Arborense propone nel suo profilo Facebook! Protagoniste sono state le tavolette cerate ritrovate a Tharros, ed ora vi spieghiamo nel dettaglio di che cosa si tratta.



Si tratta di tavolette scrittorie in osso e di uno stilo in osso, provenienti con grande probabilità da una tomba romana di Tharros, le tabellae dell’Antiquarium Arborense rimandano a un codex multiplex.

Sia sul recto, sia sul verso, la superficie delle tavolette è ribassata definendo uno specchio rettangolare delimitato da una cornice per accogliere uno strato di cera per scrivervi.

Si osservano una riga mediana sul bordo sinistro e due coppie di linee, incise con un bulino metallico, per poter fissare con precisione le due coppie di fori destinate al passaggio dei fili che legavano la presente tabella ad altre analoghe. Il graphium in osso è di tipo cilindrico con la punta affusolata e l’estremità opposta configurata a paletta.

Le tabellae ceratae hanno goduto di una diffusione areale e cronologica vastissima che a partire dal XIV secolo a.C. (esemplare del relitto di Kas) giunge sino al XIX secolo d.C. Tuttavia le tabulae o tabellae sono state realizzate prevalentemente, per un ovvio fattore economico, in legno. Le tabellae più preziose erano realizzate in avorio o, accessoriamente, in osso, come e nel nostro caso.

Il codex multiplex di Tharros, privato della cera, non rivela a un esame macroscopico tracce scrittorie, ma future indagini potranno consentirci di accertare o escludere l’esistenza di segni lasciati dallo stilo sul fondo in osso dello specchio scrittorio.

Le dimensioni minuscole del codex di tabellae ceratae di Tharros lo caratterizzano come pugillaris della tradizione poetica e prosastica latina.
Tavolette cerate di piccolo formato, legate di solito in gruppi di 2 o 3, per lettere, annotazioni di viaggio o scientifiche, o per altri scopi.

Non sappiamo quale sia stato l’uso del codex multiplex di Tharros: esso costituisce un documento fondamentale per la storia dei processi di scrittura e, dunque, un’educazione scrittoria legata ai processi di alfabetizzazione di una citta sardo-romana.

 
A cura di Anna Paola Delogu



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