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Reperto della settimana: dea con tamburello

Dea con tamburello conservata presso l'Antiquarium Arborense

20 giugno 2020

La coroplastica a matrice dell’Antiquarium Arborense comprende delle statuine femminili appartenenti alle Collezioni Pischedda e Cara, provenienti dalla necropoli punica di Tharros.
La statuetta di dea (h. 26,5 cm) col tamburello?(interpretato anche come disco solare), di modello greco arcaico, risale alla fine del VI sec. a.C.

Realizzata in argilla, a stampo, rappresenta una figura femminile, stante, poggiata su una piccola base rettangolare, che reca il tamburello al petto tenuto tra le mani. I tratti del volto sono rappresentati sommariamente, la lunga veste estesa sino ai piedi desinente ad arco, presenta sulla parte anteriore delle pieghe e una fine cintura in vita.


Vesti analoghe sono particolarmente diffuse nel mondo fenicio e punico. Come evidenziato da diversi studiosi, l’abbigliamento raffigurato nei bronzetti, sulle terrecotte, sulle stele, con tutta probabilità non veniva utilizzato nel quotidiano ma è da considerarsi eccezionale e riservato ai personaggi dell’aristocrazia e soprattutto legato all’ambito cultuale. Il capo è velato ma lascia scoperte alcune ciocche di capelli ricadenti ai lati del volto, caratterizzato ai lati dalle orecchie in evidenza. Presenta un foro di sospensione nella parte superiore.
L’uso degli strumenti musicali nella Sardegna fenicia e punica trova riscontro in molteplici contesti: l’utilizzo delle percussioni nell’espletazione di cerimoniali ha riferimento nella coroplastica ma anche su immagini in cippi e stele.


Dalla documentazione archeologica, emergono solo in maniera parziale le consuetudini musicali così come quelle legate alla danza, ma sulla base delle evidenze mesopotamiche e ugaritiche si può pensare all’esistenza di notazioni musicali scritte anche nel mondo fenicio e punico. Verosimilmente si può ipotizzare l’esistenza di orchestre come quelle riprodotte su coppe metalliche delle corti vicino orientali, cipriote o tirreniche del IX e VIII secolo a. C.

 

A cura di Anna Paola Delogu  

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