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Presentazione del libro di Pier Giacomo Pala "Antologia della femina agabbadòra"

La copertina del libro "Antologia della femina agabbadòra"

17 settembre 2012

Venerdì 21 settembre alle ore 18.30 la Cooperativa La Memoria Storica e lo scrittore Pier Giacomo Pala hanno presentato il libro dal titolo "Antologia della femina agabbadòra- Testimonianze letterarie ed orali, ricerche sul campo, riti, tesi di laurea, il martello, la chiesa".

La presentazione è stata accompagnata dalla proiezione di alcune immagini della femina agabbadòra.

L'Antologia della femina agabbadòra rappresenta un contributo importante nella comprensione di un contesto e di una figura che ha operato in Sardegna per moltissimi anni, ponendo fine all’agonia dei malati terminali, sempre all’interno di precisi codici etici.
Un lavoro che si lascia alle spalle la narrazione romanzata, la leggenda o il senso del mistero e “aggredisce” il tema, dando voce a testimoni di tutti i generi: figure del quotidiano, letterati, etnografi, uomini di chiesa, magistrati, medici, studiosi, estensori di tesi di laurea.
“Il libro si è in qualche modo costruito da solo – afferma l’autore – nel senso che la realtà ormai consolidata del museo di Luras (creato dallo stesso Pala) dedicato all’Agabbadòra ha fatto da riferimento e da traino per approfondimenti e riflessioni, in molti mi hanno cercato per raccontarmi quello che sapevano, avevano visto o sentito. Mi sono accorto che l’interesse cresceva e aveva bisogno di uno sbocco metodologico, per affidare alla storia questa figura nella maniera più rigorosa.”

Sa Femina Agabbadòra era persona stimata, ma anche temuta, interveniva su richiesta dei parenti o dello stesso malato, arrivava con discrezione di notte, verificava esattamente come stavano le cose, operava senza testimoni, dopo aver tolto gli elementi di religiosità che potevano essere presenti nella stanza. Quindi, abbandonava la casa, con le stesse modalità con cui era arrivata, non percepiva denaro, al massimo poteva accettare qualche piccolo dono. La fine veniva data con l’utilizzo di un martello in olivastro, che lo stesso Pala ha ritrovato ed esposto al Museo, oppure con altre modalità, raccontate nel libro.
Una personalità forte, che non prestava il fianco al soffuso chiacchiericcio che aleggiava intorno a lei e che, alla luce del sole, era la figura di riferimento per aiutare il parto e altrettanto spesso per dispensare cure agli ammalati. Nella sostanza la sua missione era quella di prendersi cura delle persone.

L’utilizzo dei verbi al passato non deve far pensare a un tempo troppo remoto: al contrario è storia assai recente, una testimonianza raccolta in confessionale, che fa risalire l’ultimo intervento a pochi anni fa.

 

Pier Giacomo Pala vive e lavora a Luras, in Gallura. Come ricorda nell’introduzione, la prima volta che sente parlare dell’Agabbadòra è nel 1981 da un amico, che si riferisce ad una donna che ha operato in Gallura. Cerca il racconto degli anziani, si mette sulla traccia dello stazzo dove la donna aveva vissuto e cerca qualche segno di conferma. Lo troverà nel 1993, quando era in corso la ristrutturazione dello stazzo: è il martello in olivastro, accuratamente nascosto. Lo prende e inizia l’avventura del Museo Etnografico GALLURAS incentrato su questa figura, con il preciso intento di approfondire un aspetto della ricca storia della Sardegna.

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