Salta la barra di navigazione e vai ai contenuti
15 maggio 2020
#MuseumWeek #day5 #Museum #climateMW
#MuseoArcheologicoStoricoArtisticoAntiquariumArborense
Il retablo della Madonna degli Angeli musicanti proviene dalla chiesa gotica di San Francesco di Oristano.
Si componeva in origine di tre tavole, delle quali sono giunte sino a noi quella centrale e l’anta destra. Il trittico rimanda ad un anonimo maestro catalano di alta levatura del primissimo Quattrocento. È una tempera con fondo dorato, con colonnine tortili che scandiscono i pannelli pittorici. L’anta destra presenta nell’ampio scomparto inferiore un giovane San Martino erto sul suo cavallo, nel momento in cui con la spada ha tagliato un lembo del suo prezioso mantello per rivestire il Cristo-mendico ignudo che in attitudine grata guarda il santo cavaliere.
Nello scomparto superiore è narrata la seconda parte della storia del Santo, che, abbandonati i fasti familiari, è consacrato vescovo di Tours.
Nel lussureggiante prato sul quale si muovono i protagonisti della scena l’occasione del quinto appuntamento della #MuseoWeek si è resa propizia per uno studio approfondito delle specie botaniche che il grande pittore aveva raffigurato nel suo quadro.
In particolare riconosciamo una pianta che fiorisce nelle regioni a clima mediterraneo da agosto ad ottobre, appartenente al genere delle piante liliacee, perenni, rampicanti, note in alcune centinaia di specie distribuite in tutto il mondo, in Italia soprattutto nelle regioni centro-meridionali e nelle isole.
La specie dell’anta del retablo è la Smilax aspera, detta anch’essa smilace, o salsapariglia nostrana. I fiori, molto profumati, sono piccoli, giallicci o verdastri, poco vistosi e raccolti in piccole ombrelle.
Smilax (Smilace) era il nome di una ninfa della mitologia greca, perdutamente e infelicemente innamorata del giovane Croco, suicidatosi perché non poteva amarla per l’opposizione degli dèi dell’Olimpo.
L’epilogo della storia d’amore vide gli stessi dèi, mossi a pietà, uniti insieme in una metamorfosi. Smilax nella pianta dalle foglie a forma di cuore e dai rami spinosi (salsapariglia nostrana o smilax aspera) simbolo del loro amore tenace ma esasperato. Lui in un fiore viola, superbo nell’innamorarsi di una divinità, ma dal cuore color del sole a ricordo dell’amore immortale per la sua Smilace: lo zafferano (o crocus sativus).
#OristanoCittàdiCultura #MuseichiusiMuseiAperti