Salta la barra di navigazione e vai ai contenuti
22 giugno 2020
La Sardegna ha restituito circa duecentocinquanta esemplari di una emissione monetale in bronzo detta di Sardus Pater: sul dritto la moneta reca la testa di Marco Azio Balbo di profilo a sinistra e la legenda M(arcus) Atius Balbus pr(aetor), mentre sul rovescio la testa di Sardus Pater a destra (ed eccezionalmente a sinistra) caratterizzata da una corona piumata, e una lancia con la legenda Sard(us) Pater.
La moneta presenta una varietà ponderale sorprendente. Il praetor (o più propriamente propraetore) Marcus Atius Balbus era il nonno di Ottaviano, che governò la provincia della Sardinia intorno al 59 a.C.
La moneta fu coniata ai tempi di Ottaviano, in un momento in cui la rarefazione del circolante indusse ad emettere la moneta con conii differenti. Si può pensare al periodo in cui, subito dopo il 38 a.C., Ottaviano riprese possesso della Sardegna strappandola, attraverso un accordo con Menodoro, liberto di Sesto Pompeo, a quest’ultimo.
Ignoriamo la zecca (o le zecche) di emissione della moneta, forse Karales (Cagliari) caput provinciae (capitale provinciale).
Sardus Pater era figlio del libico Makeris, identificabile con Melkart-Ercole. Era l’erede di una divinità progenitrice dei Sardi, detta Babài, interpretata dai Cartaginesi come Sid.
Il tempio di Antas, luogo nel quale veniva venerato, venne, infatti, edificato, in un’area sacra protosarda, proprio dai Cartaginesi agli inizi del V sec. a.C. e poi fatto ricostruire secondo modelli romano-italici alla metà del II sec. a. C. con l’utilizzo di terrecotte architettoniche che narravano la storia di Sardus Pater e del padre Hercules-Melqart.
Verso il 38 a.C., Ottaviano effettuò un restauro del tempio, che venne rinnovato nel pronao verso il 211-217 dall'imperatore Caracalla, dotato di una un’iscrizione che celebrava il rinnovamento del Tempio del dio Sardus Pater.
L’edificio è oggi visibile grazie ad un processo di anastilosi effettuato nel secolo scorso (1976).
La più antica raffigurazione di Sardus, secondo gli studiosi, potrebbe essere un bronzetto ritrovato durante gli scavi del tempio in questione in una tomba a pozzetto nuragica, datato al IX sec. a.C. raffigurante il dio nudo, con la mano sinistra che impugna una lancia e la destra elevato in gesto di preghiera.
A cura di Anna Paola Delogu
Bibliografia:
G. Rocco, Il tempio romano (nuova proposta di ricostruzione del tempio)
P. Bernardini, La necropoli nuragica di Antas (Fluminimaggiore) (Statuetta ignuda maschile impugnante la lancia, in bronzo) in
R. Zucca (a cura di), Il tempio del Sardus Pater ad Antas (Fluminimaggiore, Sud Sardegna), "Monumenti Antichi dei Lincei”, serie misc. 24, Roma 201