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1 giugno 2014
IL DECANO DEGLI ARCHEOLOGI SARDI, ERCOLE CONTU, PRESENTA ALL’ANTIQVARIVM ARBORENSE DI ORISTANO LA SUA RICERCA INEDITA:
“LA POLICROMIA DELLE STATUE DI MONTE PRAMA”
GIOVEDI’ 5 GIUGNO ALLE ORE 18,00.
Grazie al restauro nel Centro di restauro di Li Punti, oggi possiamo ammirare le statue di Monti Prama nella Mostra “Monte Prama 1974-2004”, in onda nei Musei di Cagliari e di Cabras dal 22 marzo scorso, dove attraggono diecine di migliaia di visitatori (in due mesi 22 mila nel solo Museo di Cabras).
La grafica della mostra, con la scelta del colore nero degli sfondi, fa risaltare il bianco accecante delle sculture:
16 pugilatori, 6 arcieri, 6 guerrieri con spada e scudo circolare, e 24 modelli di nuraghe.
Questa mostra in bianco e nero, di finissimo gusto xilografico, restituisce l’aspetto originario delle sculture di Monte Prama?
Oppure le statue erano riccamente colorate?
A questo interrogativo dà una risposta l’inedita ricerca del Professor Ercole Contu, a Oristano, nell’Antiquarium Arborense, giovedì 5 giugno alle ore 18,00.
Ercole Contu è il decano degli archeologi sardi, dall’alto dei suoi novant’anni, compiuti il 18 gennaio 2014.
Allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, con questi e con l'archeologo Giovanni Lilliu discute la sua tesi e si laurea, in Lettere, nel 1948 all'Università degli Studi di Cagliari. Nei due anni successivi è assistente di Archeologia classica e, dal 1950 al 1952, intraprende la carriera alle Soprintendenze Archeologiche. Lavora a Bologna alle dipendenze del soprintendente Paolo Arias, a Cagliari con Gennaro Pesce e a Sassari col soprintendente Guglielmo Maetzke. Suoi maestri furono anche Doro Levi e Salvatore Maria Puglisi.
Nel 1952 scopre l'altare preistorico di Monte d'Accoddi presso Sassari, monumento unico nel bacino del Mediterraneo, aprendo un nuovo capitolo della preistoria sarda; gli scavi vengono condotti sino al1958. Lo stesso anno è ammesso a frequentare la Scuola Archeologica Italiana di Atene e poi a partecipare agli scavi del palazzo minoico di Festòs nell'isola di Creta.
Dal 1962, sino al1968 è libero docente di Paletnologia.
Dal 1964 è Ispettore archeologo e tra il 1966 ed il 1975 Soprintendente Reggente per le province di Sassari e Nuoro e saltuariamente per quelle di Oristano e Cagliari. In quel periodo riprende gli scavi nei siti di Santu Antine a Torralba, Palmavera e Anghelu Ruiu a Alghero ma annovera anche le esplorazioni di numerosi nuovi siti e monumenti fra cui, tra i più importanti: Filigosa e Tamuli a Macomer, Enas de Cannuja a Bessude, Brodu ad Oniferi, Moseddu a Cheremule, La Prisciona ad Arzachena, i nuraghi Aleri e Nastasi a Tertenia. E ancora: il Palazzo di Re Barbaro, i mosaici funerari policromi di Dionisus e di Septimia Musa, il ritratto di Faustina Minore rinvenuto presso l'ara di Cuspius; il bronzetto di Ercole e delle Esperidi scoperto ad Ossi, le stele romane di Valledoria, di Castelsardo e di Viddalba, il lingotto di Cerdo dall'Argentiera, le tombe romane di Capo Testa e l'epitafio di Aelia Victoria Longonensis.
Nel frattempo, fra il 1966 e il 1973, riorganizza completamente il museo archeologico ed etnografico di Sassari secondo una formula per quel tempo fortemente innovativa che puntava a rendere i percorsi didattici comprensibili al più vasto pubblico possibile (“Un Museo per tutti”).
Sempre a Sassari, a partire dal 1970, pur mantenendo i propri impegni di soprintendente archeologo, inizia ad insegnare Antichità sarde nella appena istituita Facoltà di Magistero come docente incaricato. Nel 1975, a seguito della nomina a professore di prima fascia di ruolo, lascia la Soprintendenza archeologica per dedicarsi completamente all'insegnamento. Nel 1979 diviene preside della Facoltà di Magistero, incarico che ricopre sino al 1982. Dal 1990 insegna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e dal 1991 presiede il Consiglio di corso di laurea in Lettere.
Dal 1987 ha fatto parte della Commissione del Dottorato di Ricerca in Archeologia Preistorica, composta dalle Università di Roma ("La Sapienza"), Perugia, Urbino e Sassari, collaborando per diversi anni con studiosi come Amilcare Bietti, Gian Luigi Carancini, Editta Castaldi, Alberto Cazzella, Fabrizio Mori, Alba Palmieri, Renato Peroni, Salvatore Maria Puglisi.
Negli anni 90 ha fatto parte della Sottocommissione Archeologia e Storia dell'Arte della Commissione Nazionale per la Formazione e la Ricerca nelle Scienze Umane del Ministero dell'Università e della Ricerca e della Commissione regionale sarda per la Salvaguardia del Patrimonio Archeologico Industriale; ha anche presieduto la commissione Lingua e cultura sarda per la predisposizione della legge regionale sarda sulla "Promozione e valorizzazione della Lingua e della Cultura della Sardegna", approvata nel 1997.
È andato in pensione nel 1997 e nel 2003 è divenuto docente emerito con decreto del ministro della Pubblica Istruzione, ai sensi dell' art. 111 del T.U. sulla legislazione universitaria.
Ercole Contu è membro di numerose istituzioni scientifiche fra cui l'Istituto italiano di preistoria e protostoria, l'Istituto di studi etruschi e italici, l'Istituto italiano di paleontologia umana, la Societé Préhistorique Française e la Deputazione di storia patria per la Sardegna.
Opere principali:
Popoli e civiltà dell'Italia antica con Vincenzo Tusa e Guido Achille Mansuelli, Roma, 1974
Il nuovo Museo nazionale Giovanni Antonio Sanna di Sassari, con Maria Luisa Frongia, Istituto poligrafico dello Stato, Libreria, 1976
Il significato della stele nelle tombe di giganti, Sassari, Dessì, 1978
Un museo per tutti: tecniche, criteri e finalità del nuovo Museo Nazionale "G. A. Sanna" di Sassari, Sassari, Dessì, 1982
Il nuraghe S. Antine, Sassari, Carlo Delfino, 1988
La Sardegna preistorica e nuragica, Sassari, Chiarella, 1997
La Sardegna prima dei nuraghi, Sassari, Chiarella, 1998
La Sardegna dei nuraghi, Sassari, Chiarella, 1998