Salta la barra di navigazione e vai ai contenuti
7 aprile 2021
Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, vi portiamo a Neapolis (S. Maria de Nabui, Guspini).
Il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, Francesco Muscolino, per questa giornata ha proposto i bellissimi malati risanati di Bithia e il dio Bes del tempio nel quale furono deposti.
Noi vogliamo farvi conoscere altre figurine di devoti sofferenti (IV- III sec. a.C.) custodite nello stesso museo di Cagliari, ma anche nell’Antiquarium Arborense, nel Museo di Sardara e nel deposito comunale di Guspini dove sono suddivisi i 700 frammenti di devoti sofferenti di Neapolis scoperti a partire dal 28 agosto del 1973 ad opera del nostro caro Direttore Momo Zucca, che grazie all’accordo del primo direttore di questo museo Peppetto Pau e del Soprintendente Ferruccio Barreca furono esposti all’Antiquarium Arborense.
Si tratta di complesso di terrecotte figurate provenienti da un grande santuario punico nel quale era venerata una divinità salutifera.
Le terrecotte, molte delle quali frammentarie per via dell’originaria deposizione e per via delle modalità della scoperta, avvenuta in seguito ad arature e scasso, appartengono a varie categorie.
Il materiale coroplastico è suddiviso in figurine plasmate a mano, al tornio, a stampo, ma anche in votivi anatomici (arti, fallo), frutti e pinakes.
La maggior parte dei reperti è eseguita a mano, motivo per cui le statuine risultano di terracotta massiccia, a corpo cilindrico, testa sferoidale, ed arti superiori destinati a far corrispondere le mani nella sede del corpo da risanare ed affidare ad una anonima divinità guaritrice.
La casistica rilevata tramite l’imposizione delle mani vede una percentuale maggiore di malattie legate alla sfera oculare (39,65%); Orecchie (15,51%); Bocca (6,89%); Tempie, guance, zigomi (5,17%); Ventre (8,62%); Scapole (3,44%); Anche e fianchi (3,44%); Glutei o ano (1,72%); Membro virile (6,89%); Arti superiori (6,89%); Arti inferiori (1,72%).
Nel mondo antico come in quello odierno, la pena della malattia sconvolgeva la vita, ecco davanti ai nostri occhi sfilare uomini e donne, rigorosamente nudi, che invocano la divinità: sono muti, sordi, ciechi, che gridano la propria fede nell’intervento divino.
A cura di Anna Paola Delogu